Ci siamo dati appuntamento all’aeroporto di Pisa, io li
aspettavo fuori, seduto su una panchina, loro invece erano dentro… ci si
chiamava ma solo durante le fasi d’imbarco ci siamo ritrovati.
Moreno, Francesca e Cheryl erano a pochi metri dall’uscita
verso il bus navetta che ci ha portati all’aereo.
Non c’è neppure stato il tempo per conoscere meglio le
compagne di viaggio che in aereo siamo stati subito divisi dal personale
Ryanair, poi l’aereo è partito.
Volare “low.cost” significa essere continuamente oggetto di
proposte commerciali… quasi come quei viaggi delle pentole, ma in ogni caso è
solo un trasferimento da un punto all’altro e, infatti, dopo circa un’ora siamo
arrivati a Lamezia Terme.
Abbiamo camminato lungo la provinciale fino al Campeggio
“Ulisse” dove abbiamo fatto i turisti in attesa dell’arrivo di Agostino che è
atterrato il giorno dopo sempre con un volo Ryanair.
Raggiungere la Sicilia da Lamezia è stato semplice, in
un’ora siamo arrivati a Villa San Giovanni, abbiamo traghettato e, sbarcati a
Messina, abbiamo finalmente potuto abbracciare Tiziana.
Per non essere intercettati dalle forze dell’ordine (eravamo
in sei in una macchina da cinque posti), abbiamo dovuto percorrere tutta la
litoranea che alla fine ci ha portati a Rometta Marea, a casa di Tiziana.
Abbiamo così potuto far la conoscenza di Mamma Carmela,
Mimmo, il papà di Tiziana ed Emanuele, il fratello minore.
Una bella famiglia, alla sera insieme alle numerose sorelle
di Mimmo e ai loro congiunti… una cena saporita e profumata, un’infinità di
pietanze create da Mamma Carmela e innaffiate dal vino di Mimmo (per noi
polentoni forse troppo alcolico.)
La notte in tenda, in spiaggia con bagno sotto le stelle.
Il giorno 19 lo abbiamo dedicato all’acquisto del cibo per
il viaggio e la sera tutti a Milazzo a casa di Chiara Stella e Giorgio, anche
qui una cena straordinaria arricchita dal profumo che solo in Sicilia si può
avvertire.
Qui tutto è amplificato, la gente è come i frutti che la
terra produce, bisogna assaggiare per capirne l’intima essenza, la gentilezza,
l’ospitalità e l’amore quasi si avvertono sulla pelle.
Il giorno 20 alle 9 eravamo tutti in piazza Padre Pio, Tutti
con i cappellini verdi del Mons Gibel, siamo partiti verso il Vivaio Ziriò
salendo lungo un fiume ormai asciutto, abbiamo fatto sosta a Scarcelli dove ci
siamo raccolti intorno alla vedova e mamma delle due vittime dello smottamento
dello scorso anno.
Al Rifugio Ziriò, come alla partenza un gazebo ADMO ci ha
ricordato il motivo dominante del nostro evento: la donazione del midollo osseo
e delle cellule staminali emopoietiche.
Dopo la manifestazione ci siamo sistemati nelle camerate per
passare la notte.
Il 21 eravamo in tredici: Manfredi, Moreno, Agostino,
Carmelo, Paolo, Michelangelo, Emanuele, Fabio, Alessandro, Elisa, Francesca,
Cheryl, Viviana, abbiamo raggiunto e superato Dinnamare, Case Maressa, San
Calogero, Pizzo Bottino, ad Acqua Lima abbiamo potuto far rifornimento e
qualcuno anche il pediluvio nella vasca…
Verso le 18 siamo giunti a Piano Margi, abbiamo preparato il
campo, quando le tende erano tutte ormai posizionate abbiamo cominciato a
pensare alla cena e acceso il fuoco ci stavamo apprestando a preparare la cena
quando è giunto un fuori strada, un tizio alla guida ha cominciato a lamentarsi
del fuoco acceso, mi sono avvicinato per replicare qualcosa, ho guardato
quell’uomo negli occhi e……. ci siamo sorrisi e abbracciati commossi.
Giovanni Ciulla, di professione “Pecuraru”, incontrato nello
stesso posto quattro anni prima, nel 2008 mentre scendevo lungo il Sentiero
Italia, tre mesi di cammino dalla Liguria a Erice.
Le montagne non s’incontrano mai ma i volti della gente si.
E’ stato emozionante rivederci, sono sceso a casa sua,
abbiamo bevuto una birra e poi tornato in tenda a dormire non ho quasi chiuso
occhio per l’eccitazione dell’incontro.
Il mattino Giovanni era di nuovo da noi per portarci il caffè.
Alla ripartenza Michelangelo e Viviana ci hanno abbandonati
approfittando del passaggio di Giovanni che scendeva a valle con il suo fuori
strada.
Giorno 22 aggiriamo il monte Scuderi e finalmente vediamo
l’Etna, un cammino faticoso ci ha portati ormai a pochi chilometri da un paese
ma i problemi ai piedi di qualcuno ci hanno convinto a fermarci in uno slargo
dove abbiamo montato le tende, sotto un cielo tempestato da miliardi di stelle.
Giorno 23 purtroppo altri abbandonano il cammino, Paolo ha
male alla spalla, Emanuele si perde e ci avvisa telefonicamente che è stato
aiutato a scendere a valle da una famiglia di pastori, Fabio e Alessandro ci
lasciano insieme a Cheryl che va a curarsi i piedi ma che ci promette di
raggiungerci a Randazzo.
Nel bar Carmelo Conti di Fondachelli Fantina trovo altre
persone che si ricordano di me di quando ero passato nel 2008, restiamo in sei:
Manfredi, Moreno, Agostino, Carmelo, Elisa e Francesca. Riprendiamo quota fino
alle pale eoliche ed infine scendiamo a Tre Fontane e poi lungo una fiumara
fino a Francavilla dove troviamo ospitalità in un convento di Cappuccini.
Giorno 24 arriviamo a Randazzo, in piazza Loreto troviamo il
CAI di Randazzo con Gaetano e Vincenzo, ci raggiunge finalmente Atti Pop
insieme a Giada e torna rigenerata Cheryl… ma ci lascia Elisa per tornare ai
suoi impegni…
Gaetano Longhitano e Vincenzo Mannino, molto pratici della
zona ci consigliano di arrivare fino alla Grotta del Gelo accompagnandoci fino
alla fine della faggeta, poi ci salutiamo e continuiamo a salire. Alle 18 siamo
alla Grotta, prepariamo il campo su un letto di cenere lavica, dalla grotta
asportiamo della neve per fare acqua per cucinare, tutti intorno al fuoco a
cantare, scherzare fino a quando sentiamo venire il sonno ristoratore.
Giorno 25, un sentiero fra colate laviche con un dislivello
di ben oltre 1000 metri ci porta all’osservatorio a quota 2900 metri, il vento
è pungente e fortissimo, riusciamo ad accamparci in un angolo della
costruzione.
Una notte passata ad aspettare l’alba, che ci regala
un’altra sorpresa: il CAI di Messina è venuto a trovarci… rivedo Fabio e sua
moglie che erano a cena da Chiara Stella a Milazzo, altri tre componenti del
gruppo hanno passato la notte vicino a noi e non li abbiamo sentiti.
Giorno 26 alle 08,00 partiamo e lungo una strada
sterrata passiamo sotto il cratere
centrale e gli alti crateri, qualcuno sale fino all’orlo, io resto basso e dopo
quattro ore arriviamo alla Torre del Filosofo dove arrivano i turisti, un caos
che ci preannuncia il ritorno alla civiltà… ma che razza di civiltà è quella
del rumore, degli scarichi dei motori diesel?
Scendiamo fino al Rifugio Sapienza, fra le macchine, fra i
negozi di souvenir e troviamo Giuseppe, Daniele, Arturo, gli amici di Catania…
scendiamo a Nicolosi, con nel cuore i silenzi, il freddo, il caldo, il sudore,
u pecuraru, la polvere e…. la vita… per farci avvolgere dal progresso, dalle
luci, dalla solita vita di sempre, quella imposta, quella che nessuno di noi
vuole ma che è parte integrante dei nostri giorni.
Una sosta da Elisa, presidente ADMO Catania che ci
addolcisce con gelatine alla cannella, crostata di fichi, uva, melone, vino
bianco fresco e poi alle 21 nella piazza di Nicolosi, ospiti in una
manifestazione di moda, pochi minuti per parlare di ADMO, della necessità di
trovare bravi ragazzi che diano una piccola parte di loro a chi ha bisogno di
un aiuto per tornare a vivere, per tornare a sperare nella vita che appartiene
a tutti, a tutti.
Il 27 agosto lasciamo la Sicilia, torniamo a Lamezia Terme,
voliamo a casa, fra i nostri affetti.
Per me il rientro è nel silenzio, lascio la zaino per terra,
resterà li per qualche giorno, devo passare dall’avventura alla mia vita di
sempre molto lentamente, disfare lo zaino subito è indice di poca sensibilità,
dentro c’è il sudore, la polvere, i pensieri, i giorni belli dell’avventura
condivisa.
Fra qualche giorno toglierò tutto per mettere altre cose,
altri oggetti che serviranno nella prossima avventura.